“Democrazia digitale”e/o “illuminismo digitale”
Abstract
La digitalizzazione è apparsa a molti la soluzione alla necrosi delle democrazie e dei partiti, che nei paesi occidentali a partire dal secondo dopoguerra hanno perso di peso insieme alle loro ideologie e si sono trasformati in “partiti pigliatutto” orientati al consenso. Per correggere i difetti della “democrazia malata”, si è fatto ricorso alla sempre reclamata e mai realizzata “democrazia diretta”: la partecipazione di tutto il popolo al governo, che sarebbe resa possibile dalla cosiddetta e-democracy. L’articolo mostra i limiti e i rischi dell’affidamento al digitale specie in relazione al controllo capillare, alle strumentalizzazioni e alle fake news. La disillusione non può comportare la resa alla cosiddetta “democrazia apatica” (disinteresse, rassegnazione, senso di impotenza, sfiducia, mancanza di requisiti minimi) ma anzi rafforzare l’impegno per una cittadinanza attiva e capace di discernimento.