Mia nonna Amalia

Autori

  • Marco Vitale

Abstract

Sono convinto che se vi chiedo chi era Jiurii Gagarin si alzeranno molte mani, anche di giovanissimi. Ma se vi chiedo: chi era Stanislav Petrov, è probabile che le mani alzate siamo pochissime, forse nessuna. Stanislav Petrov era un tenente colonello dell’esercito russo che il 26 settembre 1983, in piena guerra fredda, era addetto alla verifica dei dati provenienti dalla rete di satelliti che potevano anticipare possibili attacchi di missili atomici lanciati dagli USA contro l’Unione Sovietica. Stanislav Petrov ricevette dei segnali di un imminente attacco di missili atomici USA. Ma non si fidò di questi dati e non passò l’allarme convinto che si trattasse solo di un’avaria. Disse «Ero un analista, ero certo che si trattasse di un errore, me lo diceva la mia intuizione. Forse ho deciso così perché ero l’unico ad avere una formazione civile, mentre tutti gli altri addetti erano militari abituati a impartire ed eseguire ordini». Federico Faggin, dal quale traggo questo drammatico episodio, commenta: «Fu una vera fortuna che quella notte fosse proprio lui a fare il turno di guardia ai calcolatori. Che cosa sarebbe successo se, al suo posto, ci fosse stato un militare addestrato a obbedire senza discutere. O peggio ancora, se ci fosse stato un robot?» . Mi sembra che questo episodio sia una efficace introduzione al tema di intelligenza umana e intelligenza artificiale e al tema di intelligenza, coscienza e responsabilità che voglio, brevemente, commentare, con l’aiuto di mia Nonna Amalia.

Pubblicato

2023-12-02