Sporgersi stremati dalla notte. Quando il divino non ammette transazione: il Manzoni di Pomilio letto con Turoldo

Autori

  • Simone Gambacorta

Abstract

Un verso di David Maria Turoldo, “vivi di noi” (si trova in O sensi miei…, Bur, 2006), è di per sé una frase inviolabile, proibitiva – è una frase che sottrae e atterrisce: atterrisce per il primo, ustorio significato possibile che suggerisce (e la si può ritagliare e prelevare, lasciando da parte il resto della poesia, per liberamente usare quelle tre parole come un piccolo imbuto ragionativo). Quella frase suggerisce (può suggerire) infatti (fra le altre) un’ipotesi mostruosa, raggelante, cannibalesca: che il Dio si cibi, si nutra, delle preghiere e delle speranze degli uomini: che se ne alimenti, che le attenda, che le pretenda; insomma che ne ingoi, che possa ingoiarne tutte intere le vite.

Pubblicato

2024-07-15