Persona, Stato e Scienza nell’Occidente demo-totalitario del ’900
Abstract
Nell’articolo si ripercorrono per cenni le diverse teorie espresse nel corso del ’900 intorno alla triade persona-Stato-scienza, cogliendo quel tratto comune liberale nel quale si denuncia che proprio nella ricerca della verità, attraverso il manifestarsi del fenomeno empirico, si rappresenta la negazione dell’individuo. Un’indagine filosofico-politica in cui l’“evidenza” del dato e del numero, che si fa dogma – sostituendosi alla fede delle tradizioni e delle religioni – diviene uno strumento a uso delle classi dominanti. Stato e persona, dunque – sia nel rapporto dicotomico inteso come soggetto-oggetto, sia in quello in cui le due dimensioni spirituali si unificano in un medesimo – nel confronto con la scienza-tecnica presentano sempre di più l’annichilamento degli immutabili in una direzione che conduce a uno svuotamento di quella democrazia che pone a proprio fondamento il “conflitto”. In nome della scienza, considerata come epistème – pertanto verità inconfutabile – qualsiasi lacerazione intra e inter individuale è destinata all’unicità del meccanismo.