Democrazia vs verità e l’eresia di una dianoiarchia aretica
Abstract
Nell’articolo l’autore mostra come il rapporto tra verità e democrazia, nella sua accezione liberale, sia destinato a essere l’una la negazione dell’altra, attraverso una comparazione tra le cinque declinazioni possibili del concetto di verità e una serie di requisiti che fanno del krátos un “potere” del popolo soggetto solo a quelle procedure che ne garantiscono una sopravvivenza sempre competitiva. Verità, dunque, come corrispondenza, rivelazione, conformità, coerenza e utilità, in cui solo quest’ultima riesce a intrattenere un legame con la democrazia liberale; la quale, però, per via della deterministica tecnicizzazione di un paradigma iper-razionalista, è condotta al suo compimento nello svuotamento di qualsiasi contenuto progettuale. Ma verità e democrazia, secondo la tesi che viene proposta nel saggio, sono alternativi soprattutto per quella ricerca di un carattere fondativo della democrazia, tanto che qualsiasi tentativo di individuazione di una verità di fondo è visto come quel tratto autoritario che ha contraddistinto la costruzione delle organizzazioni politico-sociali dell’Occidente. Una contraddizione che solo una dianoiarchia aretica, secondo il neologismo filosofico proposto nell’indagine – una modalità di pensiero meno codificata, ma anche di rango più basso della noesis, unita alla virtù del discorrere continuo – potrà superare.