Traditori benintenzionati: i liberali italiani e lo Stato
Abstract
La scarsa influenza del liberalismo italiano contemporaneo non è riconducibile solo a fatti contingenti, ma affonda le sue radici nelle peculiarità della declinazione italiana di questa dottrina politica. In particolare, l’identificazione con lo Stato centrale e la sordità ai corpi intermedi, anche in funzione anti-cattolica, marcano sin da principio la sua storia. Ciò ha enfatizzato le difficoltà nel rapporto fra liberalismo e democrazia, indebolendo la capacità dei liberali di comprendere la società italiana.
Quelle difficoltà, risalenti all’epoca dell’unificazione, riverberano nella cosiddetta prima repubblica e nell’epoca attuale. Un confronto con pensatori come Francesco Ferrara e Luigi Sturzo, quest’ultimo un faro del “personalismo” italiano, consentono di capire meglio i problemi di ieri e di oggi, che fanno sì che il liberalismo in Italia spesso sia stato incapace di opporsi allo “Stato tutto”.