Federalismo integrale in Alexandre Marc (Parte II, Politica ed Economia)
Abstract
Nel vasto mondo di coloro che J.L. Loubet del Bayle ha definito «gli anti-conformisti degli anni Trenta», Marc, ebreo russo convertitosi al cattolicesimo, introduce per primo in Francia l’idea di federalismo personalista in senso più politico che culturale. L’originalità di questa prospettiva – che si distingue sin dall’inizio dal personalismo di Mounier con il quale, tuttavia, Marc collabora alla fondazione di Esprit – lo porta a progettare la costruzione di un nuovo ordine sociale di stampo federalista, in cui le ragioni di emancipazione sociale coesistano con quelle della libertà e della creatività. L’approccio fortemente critico nei confronti sia della democrazia liberale che dei regimi comunisti rientra a pieno titolo in quell’ambito culturale che Zeev Sternell ha definito “ni droite ni gauche” oggetto, anche in epoca recente, di una querelle storiografica sul significato da attribuirsi a tale posizione con valutazioni contrastanti sulla partecipazione al progetto di “Ordine nuovo”, tra le due guerre. Tali critiche hanno offuscato a volte il giudizio sul suo successivo impegno profuso a favore dell’Europa.
L’intento del saggio è quello di verificarne, attraverso un’analisi puntuale dei testi, l’effettivo percorso intellettuale, non in base alla ricostruzione dei suoi contatti epistolari e umani né in forza di una lettura filtrata da lenti contemporanee, ma ricostruendo dall’interno i punti salienti del suo percorso: dalla sua riflessione sulla crisi esistenziale ed economica dell’Occidente, prima della Seconda guerra mondiale, al travagliato periodo tra le due guerre e alla organizzazione del primo Congresso dell’Unione europea dei federalisti (U.E.F.) nel 1947, fino, successivamente, per oltre un cinquantennio a una convinta battaglia per “L’Europe en formation”, come recita la rivista da lui fondata.